Giugno 24 2023 0Comment

Indicazioni tecniche per la valutazione rischio radon con misure di breve periodo

Si riporta qui di seguito ua pubblicazione di ASSORADON dal titolo

Indicazioni tecniche per la valutazione rischio radon con misure di breve periodo

redatta dai signori: Alessandro Cornaggia; Andrea Gritti; Antonio Parravicini; Tiziana Tunno e Soci Assoradon

Misure-di-breve-periodo-e-valutazione-del-rischio-radon-rev.-del-20-03-2022


Il Radon

Il radon è un gas naturale radioattivo, incolore e inodore e proviene dal decadimento di uranio e radio, sostanze radioattive naturalmente presenti sulla Terra.

Suolo, rocce, materiali da costruzione (tufo, granito) e falde acquifere sono le principali sorgenti di radon. Poiché è un gas nobile, il radon ha una elevata mobilità e può diffondere facilmente nell’ambiente.

Il radon proveniente dal suolo penetra negli edifici attraverso le porosità del suolo stesso e del pavimento, le microfratture delle fondamenta, le giunzioni pareti-pavimento, i fori delle tubazioni: all’aperto il radon si disperde e si diluisce, mentre in ambienti chiusi può accumularsi, raggiungendo a volte concentrazioni rilevanti.

E’ più probabile trovare elevate concentrazioni in ambienti a contatto diretto col suolo stesso (interrati e seminterrati, piani terra privi di vespaio areato), soprattutto se costruiti in aree in cui il suolo sottostante è ricco di radon (o dei suoi “precursori”, radio e uranio) ed è molto permeabile o fratturato.

L’accumulo del gas radon in ambienti indoor è anche favorito da uno scarso ricambio d’aria.

Potenzialmente si possono quindi avere elevate concentrazioni di radon sia nelle abitazioni che nei luoghi di lavoro. Alcuni ambienti particolari, come miniere (prevalentemente di uranio ma non solo), grotte, catacombe, sottovie e stabilimenti termali sono particolarmente esposti a questo rischio.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera il Radon un agente cancerogeno, il secondo maggiore responsabile del tumore polmonare dopo il fumo, con il quale agisce in sinergia: gli effetti di questi due agenti cancerogeni non si sommano semplicemente, ma si moltiplicano.

L’esposizione al radon provoca un incremento del rischio di insorgenza di una patologia tumorale proporzionale sia alla concentrazione di radon presente negli ambienti di vita e di lavoro che alla durata di tale esposizione, che per essere significativa deve essere prolungata (diverse ore al giorno, per molti anni).

IL DATORE DI LAVORO DEVE valutare tale rischio nei seguenti luoghi:

a) luoghi di lavoro sotterranei (per la definizione fare riferimento alle linee guida del 2003 oppure al Regolamento Stato Regioni edilizio del 2016);
b) luoghi di lavoro in locali semisotterranei o situati al piano terra, localizzati nelle aree di cui all’articolo 11 (D.Lgs 101/2020);
c) specifiche tipologie di luoghi di lavoro identificate nel Piano nazionale d’azione per il radon di cui all’articolo 10 (D.Lgs 101/2020);
d) stabilimenti termali.

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