Sostenibilità

Bilanci di sostenibilità: uno strumento strategico per la crescita aziendale – Preparati alla CSRD

Introduzione:

  • In un contesto economico in rapida evoluzione, la sostenibilità si sta affermando come un fattore chiave per la creazione di valore a lungo termine.
  • I bilanci di sostenibilità, redatti secondo i framework internazionali GRI o SASB, consentono di misurare, monitorare e comunicare le performance ambientali, sociali e di governance (ESG) di un’organizzazione.
  • Inoltre, l’Italia si sta preparando al recepimento della Direttiva Europea sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (CSRD), che amplierà significativamente gli obblighi di rendicontazione non finanziaria per molte aziende italiane a partire dal 2025.

Presentazione del servizio:

  • Lo studio Calvi Barbara offre un servizio di consulenza specializzata nella redazione e nell’assicurazione di bilanci di sostenibilità, supportando le aziende nell’integrazione della sostenibilità nella propria strategia e nella rendicontazione finanziaria.
  • Il nostro team multidisciplinare, composto da esperti in sostenibilità, finanza e comunicazione, ti accompagnerà in ogni fase del processo, garantendo la conformità agli standard internazionali e la preparazione all’entrata in vigore della CSRD.

Step per prepararsi alla CSRD:

  1. Valutazione dell’ambito di applicazione: Verificare se la tua azienda rientra tra quelle soggette ai nuovi obblighi di rendicontazione previsti dalla CSRD.
  2. Analisi di materialità: Identificare le tematiche ESG più rilevanti per la tua azienda e i suoi stakeholder.
  3. Raccolta e analisi dei dati: Implementare sistemi di raccolta e gestione dei dati ESG, assicurando la qualità e la tracciabilità delle informazioni.
  4. Redazione del bilancio di sostenibilità: Elaborare un report completo e trasparente, in conformità agli standard ESRS e alle linee guida della CSRD.
  5. Assicurazione del bilancio: Ottenere una verifica indipendente per garantire la credibilità e l’affidabilità delle informazioni riportate.
  6. Comunicazione e coinvolgimento degli stakeholder: Condividere il bilancio di sostenibilità con i tuoi stakeholder e promuovere un dialogo aperto e trasparente.

Benefici del servizio:

  • Migliorare la performance ESG: Identificare e gestire i rischi e le opportunità ESG, migliorando la resilienza aziendale e l’accesso al capitale.
  • Rafforzare la fiducia degli investitori: Dimostrare un impegno concreto per la sostenibilità può attrarre investitori responsabili e migliorare la valutazione aziendale.
  • Ottimizzare la gestione delle risorse: Monitorare e ridurre l’impatto ambientale, promuovendo l’efficienza energetica e l’uso responsabile delle risorse naturali.
  • Promuovere l’innovazione sostenibile: Stimolare lo sviluppo di prodotti, servizi e processi a basso impatto ambientale e ad alto valore sociale.
  • Anticipare le normative: Essere pronti per l’implementazione della CSRD e garantire la conformità ai nuovi requisiti di rendicontazione.

Call to action:

  • Non aspettare l’ultimo momento! Contattaci oggi stesso per una valutazione preliminare gratuita e scopri come possiamo supportarti nella redazione di un bilancio di sostenibilità efficace e strategico, in linea con le future disposizioni della CSRD.

 

Firma La nostra sezione sostenibilità ha un suo logo con i colori dei GOALS dell’ONU


________________________  NEWS DEL 18 SETTEMBRE 2024: __________________________

Il D.Lgs. 6 settembre 2024 n. 125 di recepimento della Direttiva CSR (Corporate Sustainability Reporting) sulla rendicontazione di sostenibilità è stato pubblicato nella GU 10 settembre 2024 n. 212, dopo l’approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri del 30 agosto 2024.

Si tratta di importanti novità che riguardano, in pratica, le informazioni da inserire nel Bilancio di esercizio che comprenderanno non solo quelle finanziarie come le conosciamo fino ad oggi, ma anche informazioni di sostenibilità riguardanti gli impatti, i rischi e le opportunità legate ai temi ESG.

Rispetto alla situazione attuale, viene di molto ampliato il perimetro di obbligatorietà che comprende anche le imprese che hanno un volume d’affari di oltre 50 milioni di Euro, un attivo di oltre 25 milioni ed oltre 250 dipendenti.

Il Decreto Legislativo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo l’approvazione del CdM del 30 agosto 2024. L’obiettivo è quello di migliorare la trasparenza verso gli Stakeholders, promuovendo pratiche aziendali sostenibili attraverso l’obbligo di fornire informazioni qualitative e quantitative necessarie alla comprensione dell’impatto che l’impresa ha sulle questioni di sostenibilità e del modo in cui tali questioni influiscono sull’andamento dell’impresa e sui suoi risultati.

Soggetti obbligati e tempi di applicazione

La CSRD si applica progressivamente ad una amplia platea di imprese:

– dal 1° gennaio 2024 si applica alle imprese quotate in borsa, che superano almeno due dei seguenti limiti:

  • totale attivo dello stato patrimoniale superiore a 25 milioni di euro (rispetto ai precedenti 20 milioni della Non Financial Disclosure Regulation recepita dal D. Lgs. 254/2016);
  • ricavi netti superiori a 50 milioni di euro (rispetto ai 40 milioni della NFDR);
  • oltre 500 dipendenti.

– dal 1° gennaio 2025 si applica alle imprese, anche non quotate, che superano almeno due dei seguenti limiti:

  • totale attivo dello stato patrimoniale superiore a 25 milioni di euro;
  • ricavi netti superiori a 50 milioni di euro;
  • oltre 250 dipendenti.

Questo è il nucleo più rilevante di imprese perché comprende molte imprese di medie dimensioni; si stima che tali soggetti siano, solo in Italia, oltre 7.000 rispetto ai 300 obbligati nel 2024, che a loro volta coinvolgeranno i loro fornitori, tipicamente le PMI italiane, a fornire le informazioni che sono previste dalla normativa.

Successivamente l’applicazione sarà estesa, dal 1° gennaio 2026, alle PMI quotate che comprendono quelle con fatturato superiore a 900.000 Euro, attivo superiore a 450.000 Euro e oltre 50 dipendenti e, dal 1° gennaio 2028, riguarderà anche le imprese di Paesi terzi (extra UE) che generano ricavi nel territorio dell’Unione superiori a 150 milioni di Euro.

I nuovi obblighi

La CSRD introduce molteplici obblighi di rendicontazione, da includere in una apposita sezione della relazione sulla gestione, necessari alla comprensione dell’impatto dell’impresa sulle questioni di sostenibilità (impatto inside-out) nonché le informazioni necessarie a comprendere il modo in cui le questioni di sostenibilità influiscono sull’andamento dell’impresa, sui suoi risultati e sulla sua situazione (impatto outside-in). In particolare, occorre includere:

  • la descrizione del modello di business e della strategia aziendale utile a comprendere la resilienza dell’impresa in relazione ai rischi di sostenibilità, le opportunità ed i piani finanziari e di investimento, nonché il rapporto con gli Stakeholders e le modalità di attuazione della strategia dell’impresa in relazione ai temi ESG e le relative tempistiche;
  • la descrizione del ruolo e delle competenze e capacità degli organi di amministrazione e degli organi di controllo;
  • la descrizione delle politiche dell’impresa in relazione alle questioni di sostenibilità e le informazioni su sistemi di incentivi connessi ai temi ESG per i membri degli organi di amministrazione e controllo;
  • la descrizione delle procedure di dovuta diligenza e, ove applicabile, la norma rinvia alla Due Diligence Directive approvata dall’Unione Europea nei mesi scorsi (la CSDDD);
  • i principali impatti negativi, effettivi o potenziali, legati alle attività dell’impresa e alla sua catena del valore, comprendendo in questo caso anche la catena di fornitura, nonché le azioni intraprese dall’impresa per prevenire o attenuare impatti negativi o per porvi rimedio;
  • la descrizione dei principali rischi per l’impresa connessi alle questioni di sostenibilità e la loro modalità di gestione;
  • gli indicatori e KPI pertinenti alla comunicazione delle informazioni di cui sopra.

Oltre alle tante informazioni richieste, una importante innovazione risiede nella necessità di coerenza tra informazioni finanziarie e informazioni di sostenibilità.

La rendicontazione di sostenibilità è soggetta ad una specifica attestazione che può essere affidata allo stesso revisore legale o società di revisione del “bilancio di esercizio” o un diverso revisore legale o società di revisione; nella prima fase di applicazione della norma le conclusioni del revisore dovranno essere espresse sulla base di un livello di sicurezza assimilato alla “limited assurance”, mentre è prevista una evoluzione alla forma della “reasonable assurance”, la stessa prevista per il “bilancio di esercizio”, non appena la Commissione Europea avrà adottato degli specifici atti delegati. È anche in attesa delle specifiche tecniche l’obbligo di redigere il Bilancio, comprensivo delle informazioni di Sostenibilità, con il nuovo formato unico elettronico denominato XHTML – Extensible Hypertext Markup Language.

Gli impatti

La nuova normativa avrà, già nel breve termine, un impatto rilevante per le aziende e anche per i professionisti che interagiscono con esse, in primis per i Dottori Commercialisti che tipicamente svolgono per le imprese attività di consulenza, oltre che far parte degli organi di controllo.

Tra gli impatti vi sono molti “rischi” che l’azienda deve valutare, compresi quelli finanziari legati ai costi di conformità che possono essere elevati se non correttamente gestiti. Vi sarà anche un aumento del carico amministrativo che l’adozione dei nuovi ESRS, i principi contabili per la rendicontazione di sostenibilità emanati dall’Unione Europea, comporterà nella fase di raccolta e rendicontazione, nonché per la definizione e monitoraggio dei KPI relativi agli indicatori ESG. Non si possono escludere poi rischi reputazionali e problemi di riservatezza e sicurezza dei dati.

Questi rischi sottolineano la necessità di un’attenta pianificazione e gestione delle pratiche di sostenibilità da parte delle aziende e dei professionisti, nonché di un efficace sistema di monitoraggio e controllo per garantire la conformità e l’affidabilità delle informazioni fornite.

D’altro canto, la CSRD comporta anche numerose opportunità per le PMI. Una rendicontazione trasparente migliora i rapporti con investitori, Clienti e Stakeholder rafforzando la reputazione aziendale. Facilita l’accesso al mercato dei capitali anche per via delle numerose nuove normative che riguardano Banche e Investitori e che vanno nella stessa direzione. Inoltre, il monitoraggio continuo necessario alla rendicontazione ESG può supportare il “controllo di gestione” anticipando le correzioni e riducendo i rischi nel medio e lungo termine.

Si tratta di aspetti contrastanti ma, ad avviso di chi scrive, vi sono più luci che ombre nella nuova normativa, evidenziando l’importanza di approcciare per tempo ed in modo coerente e coordinato ai nuovi obblighi, affinché essi possano davvero permettere il perseguimento del successo sostenibile che è alla base della nuova Direttiva.

Decreto Legislativo 6 setttembre 2024 n° 125

Sostenibilità

Partiamo da una frase veramente importante:

“Il passo più importante che la finanza deve compiere oggi è quello di togliere spazio agli investimenti non sostenibili puntando sui criteri ESG ambientali, sociali e di governance volti a costruire il futuro, non a preservare il passato”.
La frase è di Jeffrey Sachs, Direttore del Centro per lo Sviluppo Sostenibile, Columbia University

La sostenibilità nelle scienze ambientali ed economiche significa perseguire una condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.

Il concetto di sostenibilità è stato introdotto nel corso della prima conferenza ONU sull’ambiente nel 1972, anche se soltanto nel 1987, con la pubblicazione del cosiddetto rapporto Brundtland, venne definito con chiarezza l’obiettivo dello sviluppo sostenibile (➔ sviluppo) che, dopo la conferenza ONU su ambiente e sviluppo del 1992, è divenuto il nuovo paradigma dello sviluppo stesso.

La sostenibilità, sotto il profilo dei contenuti ambientali, discende dallo studio dei sistemi ecologici, tra le cui caratteristiche assumono rilevanza proprietà quali la capacità di carico, le possibilità di autoregolazione, la resilienza e la resistenza che, nel loro insieme, influiscono sulla stabilità dell’ecosistema.

Un ecosistema in equilibrio è implicitamente sostenibile; inoltre, maggiore è la sua stabilità maggiori sono le sue capacità di autoregolazione rispetto a fattori interni, e soprattutto esterni, che tendono ad alterarne lo stato di equilibrio.

I fattori che ancor più disturbano l’equilibrio degli ecosistemi sono le relazioni che gli stessi instaurano con un altro tipo di sistema complesso come quello antropico; un sistema antropico diventato ormai numeroso e consumista.

L’interazione tra i due sistemi complessi aumenta le probabilità di perturbazioni e fa aumentare il rischio di alterazioni irreversibili.

In particolare, dobbiamo fare in modo di evitare reazioni non lineari, alterazioni irreversibili dell’equilibrio del sistema ambientale in prossimità di valori soglia della capacità di carico, o se si vuole di recupero, del sistema stesso.

La capacità di risposta e regolazione dei sistemi interessati alle perturbazioni a sua volta è tanto maggiore quanto più grande è la varietà strutturale e funzionale del sistema.

La SOSTENIBILITÀ  significa:

Aspetti Ambientali
valutazione degli impatti di processi, prodotti e servizi su clima, risorse naturali, aria, acqua, suolo, biodiversità e salute dell’uomo, utilizzo di materiali rinnovabili o servizi sostenibili.

Aspetti Sociali
coesione sociale e maggiore attenzione ai diritti dei lavoratori, ai diritti umani, alla partecipazione ed all’ equità di genere, anche nella gestione della supply chain in termini di lavoro minorile, giusta remunerazione e condizioni di lavoro dignitose.

Aspetti di Governance
gestione dell’impresa, indipendenza del consiglio di amministrazione, struttura salariale dei dirigenti, politiche contabili, strategia fiscale.

OVVEROSIA ESG = Environmental, Social and Governance

Essere sostenibili significa anticipare e gestire opportunità e rischi di carattere ECONOMICO, AMBINTALE & SOCIALE, presenti e futuri.

La sostenibilità sta diventando/è diventata la chiave di volta  di questa significativa rivoluzione dei nostri tempi: in campo economico, sociale e tecnologico. Come studio CALVI BARBARA  di Lecco,  intendiamo giocare un ruolo da protagonisti, per competenze e per capacità di visione nel supportare i nostri clienti.

PERCHÈ OCCUPARSI DI SOSTENIBILITÀ

IL FINANCIAL ACTION PLAN

Nel marzo del 2018, la commissione europea ha pubblicato il «Sustainable Finance Action Plan (SFAP) con cui ha sviluppato un piano di azione rivolto alla creazione di un sistema finanziario capace di promuovere uno sviluppo sostenibile dl punto di vista economico, sociale e ambientale, contribuendo alla realizzazione dell’accordo di Parigi e dell’Agenda 2030 delle nazioni unite sullo sviluppo sostenibile. Le 10 azioni hanno l’obiettivo di

1) riorientare i flussi di capitale verso investimenti sostenibili

2) integrare la sostenibilità nella gestione del rischio creando le condizioni per una gestione efficace dei rischi finanziari che derivano da cambiamento climatico, esaurimento delle risorse degrado ambientale e disuguaglianze sociali

3) promuovere la trasparenza e la prospettiva di lungo periodo

Crescente attenzione sui temi ESG

Direttiva corporate sustainibility reporting (CSRD) in materia di comunicazione e di informazione di carattere non finanziario.
L’unione Europea ha sviluppato un piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile (EU Action Plan).
Regolamento 2020/852 sulla Tassonomia delle attività economiche eco-compatibili.
Il Consiglio UE ha concluso l’ter di adozione della legge per il clima (-55% emissioni al 2030 e neutralità climatica al 2050).

Gli stakeholder richiedono sempre di più una gestione degli impatti e delle performance non-finanziarie (consumatori, ONG, ecc.).

Gli investitori hanno iniziato a includere nelle loro decisioni di investimento valutazioni non-finanziarie.

Diversi fenomeni stanno contribuendo all’adozione da parte delle imprese di processi di gestione e rendicontazione di performance ESG, in un’ottica di sempre maggiore integrazione

L’integrazione di fattori ESG e di Sostenibilità a livello aziendale e la successiva rendicontazione ha degli impatti sia interni che esterni rispetto alla singola azienda.
Gli Stakeholders sono definiti come soggetti o individui che possono essere influenzati in modo significativo dalle attività, dai prodotti o dai servizi dell’organizzazione o le cui azioni possono ragionevolmente incidere sulla capacità dell’organizzazione di attuare le proprie strategie o raggiungere i propri
obiettivi.
Tra questi si annoverano investitori, lavoratori, consumatori, fornitori, la comunità locale, ma anche autorità pubbliche e società civile.
Con il termine Shareholders si identifica, invece, una sottocategoria di Stakeholders interni ovvero i soci che detengono quote di capitale di azienda, gli azionisti, i proprietari di quote azionarie di società che hanno come fine ultimo la massimizzazione del profitto personale.

Vantaggi nell’integrazione dei fattori ESG
L’integrazione di pratiche volte alla sostenibilità ed ESG-oriented non hanno un fine unicamente virtuoso rispetto alla comunità e all’ambiente, ma altresì alle performance di un business. Come evidenziato dal Professor Serafeim dell’Harvard Business School ed I suoi colleghi, vi è una stretta correlazione tra una performance positiva nelle metriche ESG ed una performance finanziaria positiva.

1. Rafforzare il modello di business
Il miglioramento degli indici ESG a livello societario è direttamente correlato al rafforzamento del modello di business di una società.

2. Migliorare le performance
Società con indici ESG positivi tendono a conseguire migliori performance rispetto ai competitors meno virtuosi.

3. Attrazione di maggior capitale a minor costo
Vista la crescita esponenziale di ESG investors ma altresì l’introduzione di metodologie di screening ESG quale criterio di investimento, l’adozione di ESG policies comporta l’accesso a maggior funding a minor costo.

4. Crescita di lungo termine e sostenibile
Società con ottimi ESG ratings tendono a conseguire una crescita sostenibile nel lungo periodo.

La rendicontazione delle performance

Nella definizione di una politica dedicata ai fattori ESG, è importate focalizzare l’attenzione su quattro diverse fasi di recepimento e implementazione:

  • Screening della società: due diligence ESG volta comprendere il contesto in cui opera, per individuare i fattori ESG rilevanti.
  • Analisi di materialità: selezione dei temi materiali più rappresentativi dell’attività societaria, tramite l’individuazione di Key Performance ndicators – KPIs.
  • Reporting: raccolta ed elaborazione dei dati, sulla base di principi di rendicontazione ESRS/GRI, e redazione del c.d. Bilancio di sostenibilità.
  • Action plan: fissazione degli obiettivi da raggiungere e monitoraggio periodico dei risultati al fine di rafforzare le practices di sostenibilità.

 

Il Bilancio di sostenibilità

È un modello di rendicontazione che mira a delineare un quadro omogeneo, puntuale, completo e trasparente della complessa interdipendenza tra i fattori economici e sociali caratteristici del contesto in cui opera l’impresa.

Si pone l’obiettivo di descrivere non solo le performance di un’organizzazione, ma anche il modo in cui questa gestisce gli aspetti maggiormente rilevanti (temi materiali) in termini di principi, valori, politiche e sistemi di gestione ESG.

Il reporting di sostenibilità è una pratica aziendale di rendicontazione pubblica dei propri impatti economici, ambientali e/o sociali e quindi dei propri contributi – positivi o negativi – verso l’obiettivo di sviluppo sostenibile comunicati secondo i ESRS/GRI Standards.

La CSRD impone che sia pubblicato nel formato elettronico XHTML.

SLIDE

Presentazione sulla SOSTENIBILITÀ

VIDEO INTERESSANTE:

KEEP IN TOUCH!

Ti ringraziamo per la partecipazione al webinar AULA 2030 –  BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ Standard ESRS: nuovo sistema di rendicontazione della sostenibilità

Il tema del bilancio di sostenibilità è sempre più attuale, ed è importante che si tenga conto dei nuovi strumenti relativi al miglioramento della sostenibilità sotto tutti i punti di vista, non solo ambientale!

Ti inviamo la registrazione integrale. CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO


Documenti importanti per approcciarsi alla sostenibilità

25032022_Draft ESRS G2 final

Allegato direttiva (UE) 2019:1937

direttiva (UE) 2019:1937

DIRETTIVA 2014:95:UE

GreenComp

Indicazioni+operativeAssessment+beneficiari+GOL

Italian presentation esrs

JRC128040_012

Linee guida per lapplicazione della Tassonomia in azienda

OpenaLesson_27Ott23_PB (1)P

reparers event esrs

Programma sabato 28 ottobre 2023 – YZ23008100 Master Strategie Sostenibilità Aziendale

REGOLAMENTO (UE) 2019:2088

REGOLAMENTO (UE) 2020:852

snsvs_ottobre2017

WEF_Global_Risks_Report_2023_it

WEF_Global_Risks_Report_2023

Working Paper Draft ESRS SEC1 Sector Classification Standard[1]

Articolo Il Sole24ore “PRINCIPI ESG. Sostenibiliità, scatta la corsa ai bilanci green” pubblicato il 20.11.2023

Regolamento delegato (UE) 2023/2772 della Commissione, del 31 luglio 2023, che integra la direttiva 2013/34/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i principi di rendicontazione di sostenibilità

Articolo tratto da ASSO 231: TABELLA REATI-PRESUPPOSTO AGGIORNATA AL 9 OTTOBRE 2023

E’ possibile scaricare la nostra Tabella Reati con le fattispecie di reato presupposto della Responsabilità ex D.Lgs. 231/01 introdotte fino al 9 Ottobre 2023.

In data 4 ottobre 2023 il Senato ha approvato definitivamente il Disegno di Legge “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 105, recante disposizioni urgenti in materia di processo penale, di processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura, nonché in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione” prevedendo l’introduzione nel catalogo dei reati presupposto di cui al D.Lgs. 231/2001 dei seguenti reati:

  • TURBATA LIBERTA’ DEGLI INCANTI (art. 353 c.p.);
  • TURBATA LIBERTA’ DEL PROCEDIMENTO DI SCELTA DEL CONTRAENTE (art. 353-bis c.p.);
  • TRASFERIMENTO FRAUDOLENTO DI VALORI (art. 512-bis c.p.).

Per i reati di turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, inseriti nell’art. 24 del D.Lgs. 231/2001, sono previste:

Sanzioni pecuniarie:

  • fino a 500 quote;
  • da 200 a 600 quote se il profitto è di rilevante entità se il danno è di particolare gravità.

Sanzioni interdittive ex articolo 9, comma 2, lettere c), d) ed e):

  • divieto di contrattare con la PA (salvo che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio);
  • esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e eventuale revoca di quelli già concessi;
  • divieto di pubblicizzare beni o servizi.

Per il reato di trasferimento fraudolento di valori, inserito nell’art. 25-octies.1 del D.Lgs. 231/2001, sono previste:

Sanzioni pecuniarie

  • da 250 a 600 quote.

Sanzioni interdittive ex articolo 9, comma 2, lettere a), b), c), d) ed e):

  • interdizione dall’esercizio dell’attività;
  • sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito;
  • divieto di contrattare con la PA (salvo che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio);
  • esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e eventuale revoca di quelli già concessi;
  • divieto di pubblicizzare beni o servizi.

asso231_tabella_reati_illeciti_rev_39_del_09_10_2023

Il whistleblowing, o segnalazione di un presunto illecito

Dal 17 dicembre 2023 anche per le aziende con una media di almeno 50 lavoratori impiegati nell’ultimo anno (con contratto a tempo determinato o indeterminato) sarà richiesto di applicare il D.L. gs 24/2023.

Il Decreto Legislativo è già entrato in vigore il 30 marzo 2023 e rende attuativa la Direttiva Europea relativa al Whistleblowing.

Qual è l’obiettivo della direttiva?

Tutelare i lavoratori che denunciano situazioni di possibili illeciti di cui sono venuti a conoscenza in un contesto lavorativo.

La direttiva, a differenza di quanto accadeva prima, interessa settore pubblico e privato.

In quali aziende si applica il DLGS 24/2023?

Aziende con 249+ lavoratori occupati nell’ultimo anno (a tempo determinato o indeterminato).

Dal 15 Luglio di quest’anno queste aziende hanno l’obbligo di creare un canale segnalazione.

-Aziende con una media di almeno 50 lavoratori occupati nell’ultimo anno (a tempo determinato o indeterminato).

– aziende con meno di 50 addetti, ma, con un sistema 231

Quali sono i tipi di violazioni che possono essere segnalati tramite whistleblowing:

Per i soggetti privati

-Violazioni della normativa europea in materia di appalti pubblici, servizi, prodotti e mercati finanziari e prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, sicurezza e conformità dei prodotti, sicurezza dei trasporti, tutela dell’ambiente, radioprotezione e sicurezza nucleare, sicurezza degli alimenti e dei mangimi e salute e benessere degli animali, salute pubblica, protezione dei consumatori, tutela della vita privata e protezione dei dati personali, sicurezza delle reti e dei sistemi informativi;

-Atti e omissioni che ledono interessi finanziari dell’UE;

-Violazioni della normativa in materia di concorrenza e aiuti di Stato;

-Violazioni che vanificano l’oggetto o la finalità delle disposizioni di cui agli atti dell’UE.

Per i soggetti privati che adottano modelli organizzativi in base al D.L.gs 231/2023

Le segnalazioni potranno riguardare le condotte illecite rilevanti ai sensi del medesimo decreto o le violazioni dei modelli organizzativi adottati. Tuttavia, se questi soggetti hanno raggiunto la media di almeno cinquanta lavoratori subordinati nell’ultimo anno, sono estesi anche gli ambiti di segnalazione indicati al punto sopra.

Per i soggetti del settore pubblico

Le segnalazioni possono riguardare tutti gli ambiti di violazione indicati dall’art. 2, alla voce “violazioni”.

 

Tabella riassuntiva degli obblighi:


Articolo tratto da Asso 231: Lo standard internazionale sul Whistleblowing: ISO 37002:2021

In qualunque organizzazione, una buona governance implica la dimostrazione di responsabilità e la promozione di una cultura di “speak up”. Per affrontare l’importanza di disporre di un modo sicuro ed efficace attraverso cui i dipendenti possano segnalare preoccupazioni su illeciti, è stato appena pubblicato un nuovo standard ISO per il whistleblowing.

ISO 37002 , Sistemi di gestione delle segnalazioni – Linee guida, fornisce una guida per l’implementazione, la gestione, la valutazione, il mantenimento e il miglioramento di un sistema di gestione solido ed efficace per le segnalazioni. Non è specifico per un settore e può essere utilizzato da organizzazioni di tutte le dimensioni, comprese le PMI, nonché da quelle con operazioni internazionali.

Seguendo i tre principi di fiducia, imparzialità e protezione, lo standard copre l’identificazione e la segnalazione di tali faccende e il modo in cui vengono valutate e affrontate. Il suo utilizzo non solo ridurrà o preverrà potenziali perdite, ma garantirà anche il rispetto delle politiche organizzative e degli obblighi legali e sociali.

Il prof. Wim Vandekerckhove, coordinatore del gruppo di lavoro ISO che ha sviluppato lo standard, ha affermato che l’implementazione della ISO 37002 aiuterà a creare fiducia tra un’organizzazione e i suoi stakeholders, fornendo un forte livello di protezione contro la corruzione.

Lo stesso ha aggiunto “Il buon governo e la trasparenza richiedono che il personale possa sentirsi sicuro di segnalare qualsiasi faccenda di illecito senza timore di ripercussioni”.

“Pertanto, è fondamentale gestire questo processo in modo efficace. Questo nuovo standard aiuta a farlo fornendo indicazioni su come implementare un sistema di gestione delle segnalazioni solido ed efficace e su come utilizzarlo nel miglior modo possibile”.

Lo standard ISO 37002 è stato sviluppato dal comitato tecnico ISO ISO/TC 309Governance delle organizzazioni, il cui segretariato è tenuto da BSI , membro dell’ISO per il Regno Unito.

Il nostro Presidente, da anni impegnato nella consulenza sui Sistemi di Gestione Anticorruzione e della Gestione delle Segnalazioni, è recentemente intervenuto sul tema e si rimanda al seguente link per il video del seminario.

Video Seminario Whistleblowing

In allegato al presente, potete trovare le slide utilizzate nel corso del Seminario, ulteriormente aggiornate con i contenuti delle recentissime Linee Guida ANAC sul Whistleblowing (giusta Delibera n. 469/2021 del 9 giugno 2021).

Asso231 rimane a disposizione per ulteriori approfondimenti. Contattaci qui: info@asso231.it

Fonte: Sito web ISO

strazzeri_il_whistleblowing_tra_legislazione_italiana_linee_guida_anac_direttiva_ue_2019_1937_e_norma_iso_37002_rev_02_

15 marzo 2023: WHISTLEBLOWING – ATTUAZIONE DIRETTIVA (UE)

In G.U. n°  63 del 15 marzo 2023 è pubblicato il Decreto Legislativo 10 marzo 2023, n. 24: Attuazione della direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2019, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e recante disposizioni riguardanti la protezione delle persone che segnalano violazioni delle disposizioni normative nazionali.

Direttiva (UE) 2019/1937 in materia di whistleblowing.

Consulta la delibera ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) n° 311 del 12 luglio 2023: Linee Guida Whistleblowing

Più in generale sull’argomento Whistleblowing consultate il sito: https://www.anticorruzione.it/-/whistleblowing#p11

Decreto Legislativo n° 231 dell’8 giugno 2021

 

 

Dapprima, con la Direttiva 2003/51/CE, si è inteso promuovere una maggiore attenzione per le informazioni di carattere non finanziario, al fine di far comprendere appieno l’andamento di una società.  Successivamente, con la Direttiva 2013/34/UE, il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno riconosciuto l’importanza degli aspetti non solo economici, ma anche sociali ed ambientali, per individuare l’impatto degli enti sulla società. Infine, la Direttiva 2014/95/UE ha avuto il pregio di guidare ad una maggiore uniformità e comparabilità delle informazioni di carattere non finanziario, prevedendo per taluni enti l’obbligo di predisporre un bilancio di sostenibilità (DNF o dichiarazione di carattere non finanziario) “contenente almeno le informazioni sociali e ambientali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani e alla lotta contro la corruzione attiva e passiva”.

È opportuno evidenziare una costante integrazione della normativa sulla dichiarazione di carattere non finanziario, sempre più orientata a disciplinare aspetti specifici; basti pensare, ad esempio, al Regolamento (UE) 2020/852 che prevede l’inclusione nella DNF di tutte le informazioni utili ad individuare le attività dell’impresa associate ad iniziative economiche considerate ecosostenibili.

Con il D.Lgs. 254/2016 il Legislatore italiano ha recepito la Direttiva 2014/95/UE e ha previsto per taluni enti l’obbligo di redazione, almeno annuale, di una Dichiarazione di carattere non finanziario.

Sustainable Development Goals o SDGs

Global Sustainable Development Report (2023)

SDG Progress Report (2023)

Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo: obiettivi di sviluppo sostenibile SDGs

https://unric.org/it/agenda-2030/

https://asvis.it/goal-e-target-obiettivi-e-traguardi-per-il-2030/

La parità di genere

Qui di seguito ti lasciamo delle informazioni per comprendere questa prassi di riferimento UNI certificabile.

La Prassi di Riferimento UNI 125:2022

Il 16 marzo 2022 è stata pubblicata la Prassi di Riferimento UNI 125:2022 che introduce in Italia un Sistema di Gestione della Parità di Genere e la relativa certificazione. La norma UNI/PdR 125:2022 stabilisce le linee guida per un Sistema di Gestione per la Parità di Genere con lo scopo di incoraggiare la misurazione, la rendicontazione e la valutazione dei dati relativi al genere all’interno delle organizzazioni, con l’obiettivo di ridurre le differenze di genere e promuovere un cambiamento duraturo e sostenibile. La UNI/PdR 125 è correlata alla linea guida ISO 30415:2021 e ne riprende i contenuti del sistema di gestione per la diversità e l’inclusione, ma si focalizza principalmente sulla parità di genere.

La UNI/PdR 125 tiene conto della presenza di disparità di genere in alcuni settori produttivi e richiede un confronto basato sulla media della categoria aziendale per definire i KPI quantitativi che necessitano di un raffronto con indicatori esterni all’azienda. Sono previste semplificazioni per le organizzazioni di dimensioni minori, mentre per le organizzazioni di media e grande dimensione sono applicati tutti gli indicatori. La norma è progettata per una certificazione di parte terza e individua sei aree di indicatori che contraddistinguono un’organizzazione inclusiva. Le aree coperte dagli indicatori sono:

  1. Cultura e strategia,
  2. Governance,
  3. Processi HR,
  4. Opportunità di crescita ed inclusione,
  5. Equità remunerativa,
  6. Tutela genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

Ogni area ha un peso percentuale specifico, che contribuisce alla valutazione generale dell’organizzazione. Ogni indicatore ha un punteggio associato e il raggiungimento o meno di ogni indicatore è ponderato in base al peso dell’area di appartenenza. Per ottenere la certificazione, l’organizzazione deve raggiungere uno score di sintesi complessivo del 60%. Gli indicatori per la certificazione possono essere di natura qualitativa o quantitativa e variano a seconda delle dimensioni aziendali.

Parità di genere: i vantaggi per le aziende certificate UNI/PdR 125

Diverse disposizioni di legge in Italia hanno predisposto dei vantaggi per le aziende impegnate sulla parità di genere. Le aziende certificate UNI/PdR 125 possono usufruire di un esonero dal versamento dei contributi previdenziali e ottenere un punteggio premiale per la valutazione di proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato. Inoltre, nei bandi di gara per appalti pubblici sono previste clausole per la parità di genere e l’assunzione di giovani e donne, e sono premiate le aziende che adottano specifiche misure per promuovere la parità di genere, come l’utilizzo di strumenti di conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro. Le aziende in possesso della certificazione della Parità di Genere possono beneficiare anche di una riduzione della garanzia fideiussoria nei contratti di servizi e forniture.

Le aziende possono trarre dei vantaggi sia normativi che strategici dall’implementazione di un sistema di gestione della parità di genere.

La possibilità di certificare il proprio sistema secondo la UNI/PdR 125 è un vantaggio competitivo per le imprese italiane rispetto ai mercati internazionali.

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