Luci e ombre dell’accordo
Uno dei punti più controversi riguarda l’impegno a triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030. Pur rappresentando un passo avanti, questo obiettivo appare insufficiente per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C, come stabilito dall’Accordo di Parigi. Inoltre, manca un chiaro impegno per l’abbandono graduale dei combustibili fossili, punto cruciale per contrastare efficacemente la crisi climatica.
Sul fronte dell’adattamento, sono stati compiuti progressi con l’approvazione del “Global Goal on Adaptation” (GGA), un framework che definisce obiettivi e indicatori per monitorare i progressi nell’adattamento ai cambiamenti climatici. Tuttavia, la mancanza di fondi dedicati all’adattamento rimane un ostacolo significativo, soprattutto per i paesi più vulnerabili.
La finanza climatica è stata al centro dei negoziati, con i paesi in via di sviluppo che chiedono maggiori impegni da parte dei paesi industrializzati. L’accordo finale prevede l’istituzione di un nuovo fondo per le “perdite e i danni” subiti dai paesi più vulnerabili a causa degli impatti climatici. Tuttavia, le modalità di finanziamento e la governance del fondo rimangono ancora da definire.
Il ruolo dell’Italia
L’Italia ha partecipato alla COP29 con una delegazione guidata dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Il nostro Paese si è impegnato a sostenere gli sforzi globali per la riduzione delle emissioni e l’adattamento ai cambiamenti climatici, ribadendo l’importanza di una transizione giusta ed equa.
Sfide future
La COP29 ha messo in luce la crescente urgenza di agire con decisione per affrontare la crisi climatica. I prossimi anni saranno cruciali per tradurre gli impegni in azioni concrete. Sarà fondamentale rafforzare la cooperazione internazionale, mobilitare risorse finanziarie adeguate e accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Oltre la COP29: il ruolo di imprese e cittadini
La lotta al cambiamento climatico non può essere delegata solo ai governi. Anche le imprese e i cittadini hanno un ruolo fondamentale da svolgere. Le aziende devono impegnarsi a ridurre le proprie emissioni, investire in tecnologie pulite e adottare modelli di business sostenibili. I cittadini possono contribuire con le proprie scelte quotidiane, adottando stili di vita più sostenibili e facendo sentire la propria voce per chiedere ai decisori politici azioni concrete.
In conclusione, la COP29 rappresenta un passo avanti, ma ancora insufficiente per affrontare la sfida climatica. È necessario un impegno più ambizioso e concreto da parte di tutti gli attori, per garantire un futuro sostenibile per le generazioni presenti e future.
La COP29, pur con i suoi limiti, offre spunti interessanti che le imprese possono integrare nel proprio bilancio di sostenibilità. Ecco alcuni esempi concreti:
1. Allineamento agli obiettivi globali:
- Triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030: Le aziende possono dimostrare il loro impegno verso questo obiettivo investendo in impianti di energia rinnovabile per alimentare le proprie attività, promuovendo l’efficienza energetica e adottando tecnologie a basso impatto ambientale.
- Global Goal on Adaptation (GGA): Le imprese possono contribuire al raggiungimento del GGA integrando la resilienza climatica nella propria strategia aziendale, ad esempio valutando i rischi climatici per le proprie operations, adottando misure di adattamento e investendo in infrastrutture resilienti.
2. Finanza climatica:
- Fondo per le “perdite e i danni”: Le aziende possono contribuire a questo fondo attraverso donazioni o investimenti in progetti di adattamento e resilienza nei paesi più vulnerabili. Possono anche sviluppare partnership con organizzazioni non governative e istituzioni finanziarie per mobilitare risorse per la finanza climatica.
3. Trasparenza e rendicontazione:
- Migliorare la comunicazione sulle performance ambientali: Le imprese possono utilizzare i framework internazionali, come il Global Reporting Initiative (GRI) e il Sustainability Accounting Standards Board (SASB), per rendicontare in modo trasparente le proprie emissioni, il consumo di risorse e le iniziative di sostenibilità.
- Tracciabilità delle catene di fornitura: Le aziende possono impegnarsi a garantire la sostenibilità lungo tutta la catena del valore, collaborando con i fornitori per ridurre l’impatto ambientale e sociale delle proprie attività.
4. Innovazione e tecnologie pulite:
- Investire in ricerca e sviluppo: Le imprese possono contribuire allo sviluppo di tecnologie pulite e soluzioni innovative per la decarbonizzazione, l’efficienza energetica e l’adattamento ai cambiamenti climatici.
5. Coinvolgimento degli stakeholder:
- Dialogo con i dipendenti, le comunità locali e le organizzazioni della società civile: Le imprese possono promuovere la consapevolezza sui temi della sostenibilità e del cambiamento climatico, coinvolgendo i propri stakeholder nella definizione e nell’attuazione delle strategie aziendali.